Io credo che l’Arte sia come un grande edificio che poggia su tre pilastri: talento, ispirazione e mestiere.
Come una struttura, per dirsi solida e stabile, deve avere almeno tre punti di appoggio, così non si può parlare di Arte in assenza di uno dei tre pilastri. Tale mancanza è motivo di grande sofferenza per l’artista: egli è una creatura alla continua ricerca di equilibrio, e ciò che lo muove è proprio l’incompiutezza della propria opera.
Ad esempio, anche il talento più grande può rimanere muto e sterile, talvolta per anni, se manca l’ispirazione. L’ispirazione, per sua natura improvvisa e volatile, richiede mestiere, per poter essere tradotta prontamente ed efficacemente in linguaggio artistico. Il mestiere, se privo di talento, produce materia utile al commercio e alla sussistenza dell’autore, ma non genera la bellezza autentica che sazia l’anima dell’artista.
Ora, il talento è un dono di Dio – o è innato, se preferite -, l’ispirazione viene dalla vita e il mestiere è frutto della fatica. Questo ci dice due cose. La prima è che l’artista è un uomo che sperimenta la fatica come tutti gli altri, ma col privilegio di saper cogliere, più di altri, la presenza del divino nella materia e nelle vicende quotidiane. La seconda è che l’Arte è un dono, che l’artista offre al mondo per corrispondere ai doni che lui stesso ha ricevuto.
Penso che esista anche un quarto pilastro di cui l’Arte non può fare a meno, ed è lo scopo. Diffido di chi fa l’arte “per l’arte”. Si può fare arte per la fama, per stupire, per mangiare. Si può fare arte per amore o per odio. Ma, per la sua natura di ‘dono’, io credo che solo l’Arte fatta per amore sopravviva all’usura del tempo e all’oblio degli uomini. Dunque l’Arte è più di un dono: è la maniera di amare tipica dell’artista, che però richiede talento, ispirazione e mestiere.
Claudio Di Filippo
Ringrazio il mio amico Ermes, pittore, scultore e scrittore, ma soprattutto “artista in dialogo” e persona di grande spessore umano e culturale, per aver così commentato:
«Ecco il senso più profondo del vivere l’arte: “dare speranza” fino a giungere a “dare gioia e vita”.»
… e tu cosa ne pensi?
Che tu ti senta o meno un artista, cos’è per te l’Arte?
Cosa significa per te essere Artista?
Ho un concetto piuttosto democratico (a tratti proletario) dell’arte. Ritengo cioè che l’arte sia l’occasione che tutti dobbiamo avere per esprimerci, nei modi e nei tempi e nelle forme che ci contraddistinguono maggiormente. Fare arte, suonare, dipingere, fotografare deve essere cioè come leggere o scrivere. Una modalità come un’altra insomma per esprimerci.
Punto di vista interessante!
Condivido l’impostazione democratica, nel senso che il linguaggio artistico è un mezzo prima di tutto espressivo, che appartiene a tutti, ciascuno secondo le proprie capacità e attitudini.
Ma esiste, secondo te, un’Arte con la “A” maiuscola? Cioè, che differenza c’è tra un Michelangelo e un bel disegno fatto da un giovane studente di belle arti? Solo per fare un esempio…
Sì arte…e per inciso… arte è anche la matematica.. per i creativi di questa disciplina… L’arte rifugge le etichette…
Secondo me…
Sono d’accordo! La matematica può essere davvero creativa e, del resto, anche la dimostrazione di un teorema ha i suoi canoni di bellezza.
Grazie Do!
Pingback: Ambito premio: il Liebster Awards! | un viaggio per due